Sono ancora tanti coloro a cui il concetto di motocicletta con il cambio automatico fa rizzare i capelli. Un sillogismo barocco, una figura imperfetta, un concetto svenduto, una soluzione urticante per quei puristi che accettano e riconoscono solo e solamente il cambio manuale per la propria due ruote.
Succede così sulle moto, successe così anche per le auto qualche tempo fa.
E, proprio come fu per il settore automotive circa 10 anni fa, ultimamente sta crescendo anche nel settore motociclistico la famiglia di coloro che perorano la causa del cambio automatico sulle motociclette moderne.
In principio fu lo scooterone, grande alleato di coloro che, alla spietata ricerca del comfort a due ruote, rinunciarono al cambio classico per il cambio automatico.
E fu una conversione di massa!
Sul mercato, il settore delle moto perse alcuni dei suoi centuari che migrarono (senza tornare indietro) a quello deglli scooter, proprio per la tecnologia del cambio automatico. Venne costruto un invisibile muro insormontabile tra “i motociclisti DOC” e i “maxi-scooteristi”: i primi, auto-ritenuti gli unici detentori della “verità motociclistica”, i secondi figli di un dio minore, poco inclini al sacrificio della moto e presto disconociuti dal mondo dei centauri muniti di cambio classico.
Il tempo sembra rimettere le cose a posto, o almeno smorzare i termini di questa latente contesa.
Proprio in questi ultimi mesi di un anno particolarmente vivace dal punto di vista motociclistico, il mercato punta i riflettori su tre proposte trade union che mirano a riappacificare i due mondi separati alla nascita e renderli sempre più vicini: il cambio automatico sulle motociclette è una realtà sempre più presente nel panorama motociclistico italiano con tre esempi particolari.
Come ribadito da MondoMotori del Messaggero Veneto, stiamo parlando della Honda DN-01 , della Aprilia Mana 850 e della Yamaha FJR 1300AS.
Abbiamo già parlato più volte della Honda DN-01, bicilindrica da 680cc, la sport-cruiser alata punta su particolarissima posizione di guida e sulla possibilità di convertire, grazie ad uno switch posto sul manubrio, il cambio automatico in un cambio sequenziale a 6 marce.
La stessa cosa è possibile anche sull’ Aprilia Mana 850, bicilindrica proposta italiana che trasforma cambio automatico in sequenziale e viceversa con la stessa facilità con cui si accende una luce. L’ eccellente ciclistica Aprilia a cui la casa di Noale ci ha abituati e un motore brillante completano l’ opera di una moto che costa circa 10.000 euro e offre la possibilità di scegliere la mppatura priferita per la propria centralina: Sport, Touring o Rain a seconda delle condizioni meteo e dello stile di guida.
La risposta arriva dalla terra nipponica: dopo la Honda, anche la Yamaha si cala nel mercato delle due ruote con cambio automatico con la sua Yamaha FJR 1300AS, la “prima sport tourer semiautomatica” che strizza l’ occhio alle moto di grossa cilindrata (motore 1300cc) e alle prestazioni d’ alta classe con un prezzo impegnativo: 17.000 euro per avere la versione “automatica” della più conosciuta Yamaha FJR 1300 con cambio tradizionale.
In realtà, il cambio della Yamaha FJR 1300AS è impropriamente defiito “automatico” poiché richiede comunque l’ intervento del pilota che, con il sistema YCCS, cambia marcia ogniqualvolta lo ritenga necessario mediante il pedale o uno switch sul manubrio.
Ed è proprio in questo caso che la somiglianza tra le moto e le auto è più marcata: il sistema di cambio marcia adottato dalla Yamaha è simile a quello utilizzato addirittura dalle momoposto di Formula 1.
Un punto a favore dell’ automatico, sostengono molti. Sarà vero?