La Ducati sta indubbiamente vivendo un periodo straordinario della propria storia, nonostante questo ci sono dei problemi da risolvere.
In questi ultimi anni la crescita della scuderia di Borgo Panigale è chiara ed evidente sotto gli occhi di tutti. I successi che sono giunti dalla classe regina del MotoMondiale e in Superbike fanno capire come la Ducati sia diventata nel corso delle stagioni la più grande potenza, tanto da dominare in lungo e in largo anche con i Team satellite.
A quattro gare dalla fine, il vantaggio di 27 punti di Pecco Bagnaia su Jorge Martin fa capire che c’è la possibilità molto concreta del Team principale di vincere per la seconda volta di fila il titolo piloti. Ricordiamo comunque che anche in caso di vittoria dello spagnolo saremmo comunque di fronte a un trionfo della casa emiliana, seppur con il Team Pramac.
Per questo motivo la Ducati ha già potuto festeggiare il titolo mondiale costruttori, un trionfo che fin da inizio anno non era davvero mai stato messo in discussione. La casa emiliana è cresciuta al punto tale da essere diventata dominante anche nelle categorie minori, come per esempio nel Supersport 600, con Nicolò Bulega che si è guadagnato il titolo di campione del mondo del 2023 e il passaggio in Superbike.
La Ducati dal 2024 entrerà anche nel campionato italiano motocross, per poi dare il via alla propria scalata che porterà così al Mondiale MXGP. Nel 2023 però è stato un altro ingresso che ha fatto molto discutere, ma lo ha fatto come moto unica per tutte le scuderie. Si tratta della MotoE, ma i risultati sono stati davvero altalenanti.
Ducati in MotoE: grandi risultati e pessimi ascolti
A quanto pare la MotoE non riesce nemmeno con il grande inserimento della Ducati ad attirare l’attenzione del pubblico generalista. Non ha aiutato più di tanto neppure l’ingresso in griglia della Ducati, con quest’ultima che ha consegnato nelle mani delle scuderie la Ducati V21L, in grado di erogare 150 cavalli e che ha dimostrato di migliorare i tempi in pista.
Sia a Misano che al Mugello, la percentuale in quanto a tempi tra la MotoE e la Moto2 è stata inferiore del 5% di differenza, con Casadei che stampò un 1:40:731 contro 1:36:201 di Celestino Vietti. Dunque in una situazione del genere ci si rende conto sempre di più perché la MotoE con la Ducati ha fatto un notevole salto di qualità.
Il problema è che nemmeno il suo ingresso, unito a un Mondiale palpitante come quello 2023 hanno aiutato il pubblico ad affezionarsi a queste gare. La stagione è stata davvero straordinariamente divertente, con la lotta che sembrava essere tra Jordi Torres e Matteo Ferrari, ma nelle ultime prove è uscito come un razzo Mattia Casadei che si è portato così in cima al mondo.
L’Italia presenta una grande colonia di campionissimi delle moto elettriche, perché ci sono anche piloti di livello che hanno ottenuto ottimi risultati come Manfredi, Mantovani, Zaccone o Zannoni, ma purtroppo c’è sempre poco interesse. Il fatto di essere l’unica categoria del MotoMondiale a correre per soli 8 weekend non aiuta e le gare da circa 15 minuti non rappresentano lo spettacolo desiderato. Serviranno ancora grandi cambiamenti, ma l’ingresso della Ducati è stato di grande aiuto.