L’anno non inizia nel modo migliore per automobilisti e motociclisti, che si ritroveranno ad avere a che fare con l’ennesimo aumento in un periodo già difficile per molti.
L’inizio di un nuovo anno rappresenta spesso un momento temuto per i consumatori, che temono che questo possa coincidere con l’introduzione di una serie di aumenti, nonostante almeno ufficialmente fino a poco tempo prima si provi a scongiurare questa ipotesi. E invece è quello che, tanto per cambiare, accadrà anche in questo 2024.
A farne le spese saranno tantissimi automobilisti e motociclisti, in modo particolare quelli che ogni giorno si ritrovano a viaggiare per lavoro facendo anche decine di chilometri. Per loro sarà necessario mettere in conto una spesa maggiore rispetto a quanto accaduto fino ad ora con buona pace del loro portafoglio.
Viaggiare anche per diversi chilometri al girno per alcuni è una necessità a cui per molti non è possibile sottrarsi, specialmente per chi ha un lavoro lontano da casa o si ritrova costretto a farlo per fare visita a clienti o aspiranti tali (è il caso, ad esempio, degli agenti di commercio). Questo comporta la necessità di una spesa fissa mensile per il rifornimento carburante, che va però a sommarsi a quella prevista per il pedaggio autostradale. In quest’ultimo caso in tanti cercano ovviamente di compensare attraverso un abbonamento al Telepass, ma anche questo a volte non basta.
L’inizio del 2024, infatti, porta con sè un adeguamento verso l’alto stabilito dal decreto interministeriale dei ministeri dei Trasporti e dell’Economia.
Il massimo del rialzo risulta essere pari al 2,3%. Per quanto questo possa non fare piacere a molti, si deve comunque riconoscere come il ritocco non sia così elevato. Sulla rete di competenza di Autostrade per l’Italia, circa 2.800 km di estensione, la variazione riconosciuta è stata del 1,51%, percentuale quindi inferiore all’attuale tasso di inflazione, che è l’indice a cui normalmente si dovrebbe fare riferimento quando si parla di modiche tariffarie.
Non può che essere interessante conoscere quali siano le motivazioni che hanno portato il governo a stabilire un ritocco verso l’alto dei costi da sostenere per il pedaggio in autostrada, a discapito di automobilisti e motociclisti. Come sa bene chi non è più giovanissimo, questa non può essere considerata una novità assoluta in coincidenza con l’inizio di un nuovo anno.
Si deve però mettere in evidenza una differenza rispetto a quanto accaduto in passato. In questo caso, infatti, il provvedimento è inserito nel decreto Milleproroghe approvato pochi giorni fa dal Consiglio dei Ministri. Questo significa che il rialzo è previsto anche senza definizione dei nuovi piani economico-finanziari delle concessionarie in base ai quali generalmente vengono aggiornati i pedaggi. Nasce da questo la necessità di non effettuare modifiche che siano superiori al tasso di inflazione previsto per il 2024.
È possibile fare un esempio pratico per avere un’idea più precisa della portata di quanto accaduto. Nel 2023 per fare un viaggio da un casello A a un casello B nel 2023 pagavamo 50 euro, per fare lo stesso identico viaggio nel 2024 pagheremo 51.15 euro. Non sono previste comunque novità per le tratte autostradali A24-A25 Roma-L’Aquila-Teramo e diramazione Torano-Pescara. Dal 1° gennaio, infatti, queste le tratte sono affidate nuovamente al gruppo abruzzese Toto, in virtù di un accordo con il Governo che ha però imposto il blocco delle tariffe fino al 2032.