È caos totale per le auto e per le moto in Italia, dopo che il Ministero dei Trasporti ha annunciato una decisione clamorosa: tutto torna al punto di partenza. Forse.
Sembrava fatta. Il decreto era già a Bruxelles e avrebbe dovuto risolvere anni di impressionanti grovigli legali sugli autovelox. Poi il colpo di scena: il Mit ha fatto retromarcia senza dire perché. Così torniamo al punto di partenza, con automobilisti imbufaliti e sull’orlo di una crisi di nervi e comuni spiazzati.
Se anche voi avete preso una multa per eccesso di velocità, magari per un chilometro l’ora, sapete bene lo stato di esasperazione che la categoria dei tartassati sta vivendo. Ci hanno fatto controllare i codici, le tolleranze, le omologazioni. Sentenze diversa ci hanno sicurato che autovelox non omologato voleva dire multa annullata. Invece no.
Il Ministero decide, tutto finisce nel caos
Tutto torna al punto di partenza, come in un eterno esasperante gioco dell’oca. Il problema è sempre quello: la differenza tra autovelox “omologati” e quelli solo “approvati”: è proprio su questa base che migliaia di multe vengono contestate ogni anno. Il decreto doveva sistemare tutto, salvando i dispositivi dal 2017 in poi e spegnendo quelli più vecchi, che sono un’enormità. Qualcuno dice persino il 90%.

Ora non si sa più cosa succederà, tutto è finito nella palude. I ricorsi pendono, tutti stanno perdendo tempo, oltre ai soldi di multe spesso oggettivamente irregolari, qualunque cosa ne dica il Decreto. Il Ministero nicchia, non ha ancora deciso se riscriverà il testo o lo butterà nel cestino. Caos totale, insomma.
Questa decisione avrà effetti concreti, e dannosi, per tutti. I giudici dovranno valutare ogni multa contestata, una per una. I comuni non sanno quali apparecchi installare. Le aziende che producono autovelox sono nel limbo: investire in nuovi modelli o aspettare?
La questione degli autovelox in Italia è un pasticcio che va avanti da troppo. Il Ministero dice una cosa, la Cassazione un’altra. E noi automobilisti? In mezzo, confusi e arrabbiati, e nel dubbio ci toccherà pure pagaere.
Nessuno è contento di questa retromarcia. I comuni volevano regole chiare. Gli automobilisti speravano di capire quali multe si possono contestare. Gli avvocati si preparano a un altro anno di ricorsi.
Il risultato sono Tribunali ancora più intasati, comuni bloccati, automobilisti nel caos. Per ora l’unico consiglio è guidare con prudenza. Le regole sono confuse, la sicurezza no. In attesa che il Governo decida, meglio tenere gli occhi aperti. Almeno noi, visto che il Ministero non sembra in grado di farlo.