La Ducati prende decisione netta mentre Bagnaia e Martin si contendono il mondiale. Una mossa che fa discutere.
Chi l’avrebbe mai detto? La Ducati ha agito in modo davvero inaspettato, e proprio nel momenti in cui i suoi piloti si sfidano per il titolo. Sono momenti delicati, che altri team hanno vissuto in passato. Ma la decisione Ducati resta un passo decisamente non convenzionale, in un mondo che tecnologicamente non si ferma proprio mai.
Ducati ha infatti eciso di bloccare lo sviluppo della sua moto proprio nel momento clou della stagione. Sembra quasi uno scherzo, ma è tutto vero. Bagnaia e Martin sono lì, a soli 10 punti di distanza, si danno battaglia per il titolo mondiale di MotoGP. E cosa fa la casa di Borgo Panigale? Mette in pausa l’evoluzione della GP24. A prima vista potrebbe sembrare un autogol clamoroso. Ma c’è di più sotto la superficie. La Ducati non è impazzita all’improvviso. Ha un piano.
Fair play o strategia?
Ducati sta puntando a mettere i due piloti in condizioni assolutamente identiche, senza discussioni, senza polemiche né pretattiche. Senza tutti i veleni che già in passato hanno fatto più male che bene all’immagine di team con doppiette di piloti al comando. Ducati vuole che Bagnaia e Martin si sfidino ad armi pari. Niente trucchi dell’ultimo minuto, niente vantaggi tecnologici a sorpresa.
L’ultimo aggiornamento serio sulla Desmosedici GP24 risale a Silverstone, due mesi fa. Da allora silenzio radio. La moto è rimasta com’era. Non è un caso, è una scelta precisa. La Ducati vuole che il mondiale si decida sul talento puro, non su chi ha l’ultimo gadget hi-tech montato sulla moto.
È una mossa coraggiosa e con pochi precedenti. Potrebbe rallentare lo sviluppo per la prossima stagione. Ma manda un messaggio forte: qui si vince con le proprie capacità. Sorprendentemente, sia Bagnaia che Martin sembrano d’accordo. Il campione in carica ha detto che la moto resterà così fino alla fine, e che va bene così. Martin? Piena fiducia nella Ducati, dice che la sua moto sarà perfetta fino all’ultima gara.
Certo, c’è chi sussurra che potrebbe essere un modo per frenare Martin, che l’anno prossimo passerà all’Aprilia. Ma sembra più una teoria del complotto che altro. La realtà è che la Ducati sta rischiando, mettendo la sportività davanti a tutto.
Mentre Bagnaia e Martin si preparano alle ultime battaglie, il paddock osserva curioso. Questa decisione potrebbe cambiare le regole del gioco. Immaginate se altre case seguissero l’esempio? Sarebbe una rivoluzione.
In fondo, la Ducati ha lanciato una sfida. Non solo ai suoi piloti, ma a tutto il mondo delle corse. È un messaggio potente, che riporta l’attenzione sul cuore dello sport: l’uomo, non la macchina.