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Assicurazione moto, occhio a non farvi ‘fregare’: tutti lo ignorano, ma può evitarvi un salasso

L’allarme truffa all’assicurazione è sempre dietro l’angolo. Ecco cosa hanno studiato per evitare brutte sorprese.

L’idea è partita da un’intuizione di un chimico australiano, tale Davis Warren che nel 1953 era stato interpellato per risolvere un caso, precisamente per capire le ragioni di un sinistro che vide coinvolto un Comet, un velivolo commerciale. La sua proposta era stata quella di creare un sistema indistruttibile che registrasse le voci e le attività di chi era a bordo, così che nel frangente di un incidente potesse essere estratto ed analizzato per ottenere una risposta alle cause e alle responsabilità della collisione.

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Trattandosi di un progetto davvero inedito per l’epoca, venne subito bocciato, mentre più avanti, nel 1958 il governo inglese decise di mettere mano a quel dispositivo e perfezionarlo per renderlo operativo, fornendo al suo inventore tutte le risorse utili per farlo.

Truffe negli incidenti, ecco come evitarle

Come avrete potuto capire lo strumento creato dagli ingegnere degli Antipodi era la scatola nera, di sovente fornita dalla compagnia assicuratrice. La sua peculiarità sta nel connettere in maniera elettronica motociclette o automobili e raccoglierne una grande mole di dati riguardanti la velocità tenuta, la decelerazione, all’accelerazione e i vari spostamenti, la posizione del mezzo, addirittura se è avvenuto un furto o se è stato soccorso. In pratica una radiografia in piena regola, che inibisce qualunque tentativo di fare i furbi.

Una volta scaricate dall’assicuratore, tutte queste informazioni serviranno da prova, da metodo più sicuro, immediato ed affidabile per ricostruire tutte le fasi della collisione. Ovviamente in questa maniera si può stabilire se chi è dotato può essere imputabile di parte o dell’intera colpa dell’evento.

Il beneficio per chi accetta di montare sul proprio veicolo la black box è uno sconto sulla RCA. Vediamo nello specifico i benefit portati dall’avere il GPS integrato. Il primo è proprio quello di individuare dove si trova il mezzo se è stato portato via. Può trasmettere tutti dati elaborati dal microprocessore. Permette di far arrivare immediatamente i soccorsi, ricostruire la dinamica dell’incidente e di attivare l’allarme automatico se la vettura o la motocicletta vengono sollevate e di conseguenza attivare il blocco.

Snocciolati gli elementi positivi, veniamo ai contro. Avere un “grande fratello” sempre con sé non è il massimo, comunque può non mettere a proprio agio il guidatore. Il conducente viene infatti monitorato in ogni sua manovra, motivo per cui nel frangente di un sinistro non ha spazio di negoziazione con la controparte.

Incidente, con la scatola nera cambia tutto – Nextmoto.it

Nella fattispecie quanto avviene il crash viene cristallizzata l’intensità della collisione, la data, l’ora, addirittura la zona e il numero civico in cui si trovava nel momento x.  Si tratta di un sistema talmente sofisticato da individuare anche il punto d’urto e attraverso un cosiddetto accelerometro se fosse acceso, spento, in marcia e quale velocità.

Ovviamente la privacy non viene violata in toto, ma a margine della sua funzione legata ai sinistri, rivela pure se si è infranto il Codice della Strada e se si è recidivi. Un altro aspetto che non sfugge al suo occhio sono i tentativi di frode.