L’ala mobile è un concetto molto noto in F1, dove è conosciuta come DRS, ma ora l’idea è quella di portarla anche nelle moto.
Quello dell’ala mobile è un fenomeno che ha fatto il proprio esordio in F1 nel 2011, e che è noto come DRS. Si tratta di un sistema che è stato pensato per aumentare i sorpassi, in una fase storica in cui i duelli erano diventati merce rara. In sostanza, quando il pilota che segue è a meno di un secondo da chi precede, può schiacciare un bottone sul volante che nei rettilinei dove è consentito, attiva un attuatore, che abbassa il flap superiore dell’ala posteriore.
In questo modo, la vettura diventa molto più rapida sul rettilineo, visto che il fenomeno della resistenza all’avanzamento viene del tutto annullato. Nelle prossime righe, vi parleremo di un’idea simile che ha fatto il proprio debutto nel mondo delle moto, anche se, come vedremo, ci sono molte differenze rispetto alla F1. Di certo, l’idea è comunque molto interessante e merita di essere analizzata in tutti i suoi particolari più tecnici.
Durante il fine settimana di Vallelunga della Coppa Italia motociclistica, che si corre con moto derivate dalla serie, un concetto simile alla Superbike, i colleghi di “Corsedimoto.it” hanno scovato un’interessante innovazione tecnica, della quale ha parlato in un’intervista Andrea Zappa, del team Tecnica Moto Racing, e che riguarda una sorta di ala mobile che potrebbe fare scuola.
Ecco le sue parole: “Quando la moto inizia a raggiungere i 200 km/h, avviene che alla ruota inizino ad impennare parecchio. Avviene il fenomeno del galleggiamento, ed il nostro sistema aiuta a tenerla schiacciata, aumenta la direzionalità ed anche l’impronta della ruota a terra. Lo scopo di questo progetto è quello di fornire il massimo del carico dentro la curva ed anche nelle fasi di uscita. Inoltre, nei rettilinei si mette in una posizione piatta, ed in questo modo, la moto raggiunge alte velocità di punta“.
In sostanza, il sistema aumenta il carico aerodinamico in curva e non rallenta la moto in rettilineo, cosa che ci fa pensare più che ad un sistema di DRS alla flessibilità delle ali delle auto in F1, di cui tanto si è parlato lo scorso anno. Questa genialata potrebbe seriamente fare scuola, e non ci sorprenderemmo se presto anche il mondiale Superbike o la MotoGP accogliesse soluzioni di questo tipo in futuro.