L’Aprilia ha una vera arma segreta per tentare l’assalto alla Ducati e alla vetta della MotoGP. I tifosi stentano a crederci
Aleix Espergaro e Maverick Vinales non vedono l’ora di poter usufruire di un upgrade che potrebbe portare dei benefici clamorosi. L’idea è quella di essere ancora più competitivi entro la fine di questo campionato.
Fino a questo momento nel Mondiale MotoGP c’è una squadra dominante: la Ducati. Pecco Bagnaia è il campione in carica e si appresta a volare verso il secondo titolo consecutivo, imprevisti permettendo. La GP23 disegnata dall’ingegner Dall’Igna è semplicemente una moto perfetta, in ogni aspetto e particolare. Guidabilità, erogazione, potenza massima e gestione delle gomme. La Rossa sta portando in auge anche tutti i piloti dei team satellite, come Martin e Bezzecchi, molto più veloci dei colleghi di Honda e Yamaha.
Chi si è piazzata subito alle spalle della Ducati nello scorso campionato è l’Aprilia, con Aleix Espargaro che per diversi mesi ha cullato l’idea del colpo grosso nel 2022. Alla fine poi il tutto si è concluso con un nulla di fatto e a Noale si sono dovuti accontentare di un quarto posto comunque storico. Per una scuderia da poco in corsa nella categoria regina è davvero un risultato di primissimo rilievo. Le ambizioni di Massimo Rivola e compagni sono però molto elevate ed ecco quindi che stanno studiando diverse soluzioni per risalire la china.
MotoGP, l’Aprilia studia il telaio in carbonio: una novità che può cambiare le carte in tavola
La novità più importante a livello tecnico riguarda lo studio di un nuovo telaio in carbonio, in grado di abbassare di gran lunga il peso attuale della moto e di rendere il progetto più competitivo. La RS-GP con questa variante strutturale è stata già testata da Lorenzo Savadori e le le prove dovrebbero proseguire anche in vista di Misano, fra due settimane. Non è ancora il momento di portarla in gara ma di certo sia Espargaro che Vinales avranno modo di provarla per esprimere un giudizio.
Affidarsi alle fibre di carbonio non è una novità assoluta per il Motomondiale, visto che già negli anni ’80 c’era stato un primo tentativo.
Nel 1984, infatti, Niall Mackenzie sperimentò questa opzione nei Gran Premi di Gran Bretagna e Svezia, con la sua Armstrong/Rotax 250. In epoca più recente fu proprio la Ducati a cercare un beneficio da questo rivoluzionario approccio nel 2009, quando Casey Stoner ottenne risultati più che soddisfacenti, vincendo anche sette gare.
A bocciare il carbonio fu però Valentino Rossi, che giudicò la GP11 troppo rigida e difficile da guidare. Vedremo se ora anche l’Aprilia avrà le stesse difficoltà o se con lo sviluppo tecnologico attuale si riuscirà ad ovviare ai piccoli inconvenienti del passato.
Considerando il margine di manovra sul telaio (non esistono grosse limitazioni regolamentari) può rivelarsi un campo di progressione tecnica davvero decisivo.