Andrea Iannone ha confessato un terribile rimpianto che continua ad assillarlo. Parole emblematiche le sue
Se la vita di Andrea Iannone diventasse un film, di sicuro, non ci si annoierebbe nei cinema. Il nativo di Vasto, dopo aver fatto esperienza sulle minimoto, a soli 15 anni ha partecipato al campionato Italiano Velocità, a quello spagnolo e ad altre competizioni a livello nazionale ed europeo con la squadra Abruzzo Junior.
Andrea ha debuttato in classe 125, nel 2015, sempre con la casa di Noale nel Gran Premio di Spagna. Chiuse la prima stagione nel Motomondiale con 20 punti, arrivando al 20º posto. Il suo miglior risultato fu un decimo posto in Turchia. Non male per un ragazzo di 16 anni con un grande sogno nel cassetto.
Le successive annate furono di apprendimento, sino alla conquista del primissimo successo in Cina nel 2008 nell’I.C. Team di Fiorenzo Caponera, affiancato dall’austriaco Michael Ranseder ed il giapponese Takaaki Nakagami. Il click definitivo arrivò negli anni successivi dove è stato, costantemente, in bagarre per le prime posizioni. Nel 2009 ha chiuso l’ultima annata in 125 con tre trionfi.
Ha debuttato Moto2 con la Speed Up di Luca Boscoscuro, con compagno di squadra Gábor Talmácsi. Marcò subito tre vittorie in Italia, Olanda ed Aragona, due secondi posti in Germania e Valencia, tre terzi posti Repubblica Ceca, Malesia e Australia, il tutto registrando cinque pole position.
Iannone e il grande rimpianto in carriera
Per la prima volta in carriera ha lottato per la conquista della corona iridata nella classe di mezzo, arrivando al terzo posto. Nel 2011 è passato alla Suter MMXI del team Speed Master. Ha chiuso l’annata con altri tre successi e un altro terzo posto in classifica. Medesimo risultato anche nel 2012 nella sua ultima annata nella classe di mezzo, guidando una Speed Up. A quel punto gli si spalancarono le porte della casa di Borgo Panigale.
Il classe 1989 ha fatto molta fatica nei suoi primi anni alla Ducati. Va riconosciuto che la MotoGP di allora era la più competitiva di sempre con fenomeni assoluti e la Desmosedici non era quella attuale. Dopo l’esperienza altalenante nel team Pramac, proprio come è accaduto in epoca recente con il campione del mondo Bagnaia, la Ducati diede la grande chance ad Andrea di correre nel team factory.
L’abruzzese colse, solo in parte, l’occasione più importante della sua vita prima dell’addio alla Rossa. “Con la mentalità che ho ora, avrei percorso altre strade – ha dichiarato ad Icon Magazine il vincitore di 13 GP nel Motomondiale – Non avrei abbandonato la Ducati. Avevo delle opzioni: sono stato costretto a scegliere l’una e non l’altra, ma ho lasciato il mio cuore in Ducati“.
Finalmente al termine del 2023 Iannone avrà indietro la sua licenza, dopo la lunga squalifica per doping. L’abruzzese è stato scelto dalla squadra satellite Ducati Go Eleven, diretto da Gianni Ramello. Correrà nel 2024 in Superbike su una V4 Panigale con le stesse specifiche dei bolidi del team Aruba. Dopo il lungo stop patito per la squalifica sarà la grande chance che aspettava per dimostrare al mondo di essere ancora competitivo come un tempo.