[galleria id=”374″]Perchè la pista non basta.
Quando c’è la passione.
E’ opera di due giovani ingegneri italiani, Giorgio Pagliara e Giuseppe Ganio, lo studio che spiega come migliorare l’ aerodinamica della MotoGP.
Quando la pista non basta e non c’è tempo di calarsi in Galleria, arriva il CFD.
CFD sta per Computational Fluid Dynamics e i software CFD sono un validissimo strumento per studiare la fluidodinamica in mancanza di pista o di wind tunnel.
E’ questo che hanno pensato i due giovani ingegneri che, con carta, penna e pc alla mano, hanno studiato che cosa succede quando l’ aria e la moto si incontrano.
Partiti dapprima con lo studio di un Kart da competizione, i due ingegneri hanno successivamente analizzato una MotoGP: uno studio finito sulle prime pagine delle riviste specializzate sia per l’ accuratezza tecnica, sia per il fatto di essere stata un’ analisi esterna alle aziende che corrono nel Campionato Mondiale.
Ecco spiegato, quindi, l’ effetto delle superfici della moto a contatto con l’ aria, il comportamento dello strato limite e dei flussi che investono la motocicletta, la forma delle carenature e la possibilità di ottimizzare la dinamica della moto proprio giocando con l’ aria.
Il tutto, comodamente seduti davanti ad un pc.
Con l’ aiuto di StarCD e StarCCM, due software CFD della CD Adapco, è stato così possibile analizzare che cosa succede ad una moto e al suo pilota quando vengano investiti da un flusso d’ aria a diverse velocità, accelerazioni e posizioni.
Portanza o Deportanza? Lift o Drag? Abbastanza chiaro che cosa privilegiare e in quale momento.
Vedremo domani come e perchè in un’ analisi approfondita.
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