La casa di Iwata ha scelto di dire addio alla sua regina. Non investirà più sulla R1, volendo spingere in alto un nuovo progetto ambizioso.
Se doveste pensare al bolide Yamaha per eccellenza il primo nome della lista sarebbe la super sportiva di cilindrata 1000 cm³ nota con la sigla YZF-R1. La primissima serie fu presentata dal brand dei tre diapason all’EICMA di Milano il 15 settembre 1997. Lasciò gli appassionati a bocca per soluzioni tecniche all’avanguardia.
La commercializzazione cominciò nel 1998, mettendo subito in difficoltà i competitor nipponici come la Suzuki GSX-R1000, la Honda CBR 1000RR e la Kawasaki Ninja ZX-10R. In un attimo le rivali erano invecchiate e iniziarono a prendere paga anche nelle principali categorie del motociclismo. La R1 ha aperto nuovi scenari anche in relazione alla Superbike e alla MotoGP, con la sorella M1 che grazie a Valentino Rossi, Jorge Lorenzo e Fabio Quartaro hanno strappato applausi.
La R1 è stata la prima moto da 1000 cm³ con caratteristiche racing spaziali, risultando agile e velocissima, grazie ad una erogazione mostruosa. La prima gen della R1, del 1998, presentava un motore rivoluzionario a carburatori da 150 CV a 10000 giri/min e 11 kgm di coppia motrice a 8500 giri, misure di alesaggio x corsa di 74 x 58 mm, 5 valvole per cilindro e interasse di 1395 mm. Il peso in ordine di marcia della Yamaha FZR 1000 era di 205 kg. Il telaio era un’evoluzione del Deltabox, la forcella era da 41 mm di diametro, mentre i freni anteriori con doppio disco da 298 mm.
Sulla base di questa straordinaria super sportiva sono arrivate 7 serie che hanno creato un mito giapponese su due ruote. E’ un momento storico dove anche le case produttrici si stanno guardando intorno alla ricerca di nuove soluzioni, in vista anche del fatidico passaggio all’elettrico. Il prossimo 21 febbraio potrebbe arrivare una decisione clamorosa in merito al futuro della gamma del brand.
La casa di Iwata ha deciso che non porterà più avanti lo sviluppo della R1 e della R1M, chiudendo un cerchio iniziato oltre 25 anni fa. Resteranno le R1 in versione non omologata per uso stradale per lasciare spazio ad una nuova regina. E’ arrivato un comunicato che ha lasciato gli appassionati senza parole: “Yamaha Motor Group ha preso la decisione di non sviluppare una versione Euro5+ per R1 o R1M, concentrandosi invece su altre strategie di business a medio termine e prodotti che offriranno opportunità future“.
La produzione globale della R1 non lascerà a piedi i rider della campionato mondiale delle moto derivate di serie e nell’EWC, ma il mercato si è evoluto e i tecnici giapponesi hanno deciso di puntare su una nuova moto. La notizia, certamente, non farà fare i salti di gioia a Jonathan Rea, neo acquisto del team di Iwata in Superbike. La stagione è già iniziata in salita nella prima tappa in Australia e le difficoltà legate alle restrizioni hanno portato alla clamorosa scelta. La tanto attesa smentita non è arrivata, e i tecnici hanno scelto di spianare la strada alla YZF-R9. Date una occhiata al video in basso del canale YouTube Motobob.
Si parla di una base tecnica in linea con la sorella naked MT-09. Quest’ultima, presentata con un motore in linea da 847 cm³, un telaio in lega di alluminio e una forcella a steli rovesciati, ha rappresentato un buon successo commerciale sin dal suo primo anno di produzione. La versione 2021 monta un motore 889 cc CP3 a 3 cilindri con tecnologia crossplane da 119 CV a 10.000 giri/min, telaio Deltabox leggero in alluminio pressofuso CF die-cast e sistemi di assistenza alla guida come il TCS.
La decisione dei vertici della casa di Iwata era nell’aria. Lo stesso era avvenuto con la R6, ritirata dal mercato in veste stradale ma disponibile in versione pista. A quel punto si è scelto lo stesso percorso per la leggendaria R1. Per l’attuale punto di riferimento nel segmento delle maxi-sportive è la fine di un epoca d’oro. I fan della moto giapponese potranno salutare la loro regina nel 2024.